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Santuario Diocesano di Santa Maria Goretti
La chiesa di San Nicolò, nota come chiesa di Sant’Agostino, ora santuario di Santa Maria Goretti e l’adiacente ex monastero vennero costruiti nelle forme attuali nel corso del XVIII secolo. Precede il convento la chiesa la cui costruzione risale agli anni 1740-1756, mentre l’edificio monastico fu realizzato tra il 1767 e il 1780 su disegno dell’architetto corinaldese Giuseppe Carbonari Geminiani.
L’antica chiesa medievale di San Nicolò rimase inglobata nell’edificio conventuale in occasione della nuova edificazione settecentesca. Di questa chiesa rimane traccia nella parte dell’edificio rotondeggiante posizionato all’inizio di via del Velluto, che in origine doveva essere la sua abside. Questa chiesa, come altri complessi architettonici appartenenti ad altri ordini religiosi soppressi prima dal regno napoleonico e successivamente a causa dell’annessione al Regno d’Italia, venne sottratta agli eremitani agostiniani e passò tra i beni dello Stato di cui ancora fa parte.
L’attuale edificio ha un’elegante facciata in laterizio con lesene le cui basi e capitelli sono in calcare. L’interno ad un’unica navata, a croce latina, con cupola e lanterna nell’area del transetto, è un bell’esempio di tarda architettura barocca, non priva di eleganza nella varietà degli effetti pittorici e scenografici.
Nella chiesa sono conservate numerose opere d’arte: un’Annunciazione seicentesca, copia di Federico Barocci, un Martirio di San Bartolomeo di Cesare Maggeri, una Madonna col Bambino e i Santi Monica, Domenico, Nicola di Mira, Antonio Abate e Agostino di Carlo Maratta, nei pennacchi sferici della cupola sono affrescate la Prudenza, la Giustizia, la Temperanza e la Fortezza. Sopra la porta d’ingresso una grande cantoria lignea con rivestimento dello stesso materiale racchiude un prezioso organo, opera del 1767 di Gaetano Antonio Callido. Situata all’interno dell’altare maggiore in marmo bianco di Carrara una statua lignea di Santa Maria Goretti ed un’urna in argento contenente l’osso del braccio della Santa, con il quale la Martire tentò di difendersi dal suo aggressore. Entrando a sinistra, la tomba di Mamma Assunta deceduta a Corinaldo nel 1954, mentre a destra quella di Allessandro Serenelli, assassino della giovane Santa.