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Via la Piaggia, la scalinata di Corinaldo
È una delle scalinate più conosciute delle Marche, la maestosa Piaggia di Corinaldo, cardine della struttura urbana dalla quale si ramificano suggestivi vicoletti. Affiancata per tutto il suo sviluppo dalle caratteristiche case in mattoni, salendo i suoi gradini permette di entrare nell’atmosfera medievale di Corinaldo. L’impegno per risalire i 109 gradini è ripagato dalle suggestioni che si rivelano ad ogni passo. A metà del percorso si trova il Pozzo della Polenta, legato ad una delle più bizzarre storielle del luogo.
Proseguendo, lo sguardo si eleva fino alla cima della scalinata, dove si staglia la mole dell’ex Convento degli Agostiniani, nel pieno centro storico di Corinaldo. Nell’antichità le “piagge” erano le vie e i percorsi in pendenza che collegavano i diversi livelli sui quali era organizzato il paese. Agli inizi del XV secolo, dove ora si trova la scalinata, c’era una via in salita coperta da un selciato; quasi una piazza inclinata percorsa da persone e carri che salivano al centro.
La Scalinata e il Pozzo danno luogo ad un originale spazio urbano che, quando si percorre, lega storia, architettura e tradizioni. Chi risale la Piaggia può quasi sentire l’eco dei suoni che scandivano la quotidianità di un borgo medievale.
Il Pozzo della Polenta
Il pozzo, posto al centro di via La Piaggia, fu fatto costruire dal tiranno di Corinaldo Antonello Accattabriga, nella seconda metà del ‘400 per approvvigionare le abitazioni limitrofe e successivamente interrato con la ristrutturazione della scalinata nei primi anni del ‘900. Venne ricostruito nel 1980 a scenografia della Contesa del Pozzo della Polenta che ogni anno rievoca la caduta del sacco di farina nel pozzo.
È un’antica diceria che i corinaldesi usassero fare la “polenta nel pozzo”, la verità è che in tempi oramai lontani un uomo saliva la bellissima, quanto lunga, scalinata del paese con un sacco di farina di granoturco sulle spalle. Giunto nei pressi del pozzo, sfinito, appoggiò il sacco sul bordo per riprendere fiato. Per colmo di sfortuna, il sacco cadde all’interno del pozzo. Il pover’uomo nel tentativo di recuperarlo si calò nel pozzo e ciò non passò inosservato alle pettegole di paese che, non vedendolo riaffiorare, incominciarono a dire che si stava mangiando la polenta nel pozzo. Alcune giuravano di aver visto buttare anche delle salsicce di maiale nel pozzo.
La diceria che voleva far passare i corinaldesi come “picchiatelli” e “polentari” superò in breve i confini dell’intera regione. Da “picchiatelli” a geniali il passo è breve. La storiella è presto diventata lo spunto per l’annuale rievocazione storica in costume del Cinquecento “La Contesa del Pozzo della Polenta” che, iniziata alla fine degli anni ’70, si svolge la terza domenica di luglio ed è la più antica rievocazione storica della provincia di Ancona.